domenica 16 settembre 2012

Via libera al ddl “salva suolo”


Venerdì 14 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge che intende porre un limite all’avanzata della cementificazione e proteggere il suolo agricolo come elemento di cornice ambientale e paesaggistica del Paese.
Il premier Monti ha addirittura parlato del tema importante dell’agricoltura e della preservazione dei suoli fertili come tema strategico per coniugare tutela e sviluppo, rammaricandosi di non avere inserito un tale provvedimento definendolo <<risolutivo di molti problemi della società italiana>> nel famoso decreto “Salva Italia”, <<perché ha molto a che vedere con la salvezza dell’Italia concreta>>.
In 40 anni il terreno agricolo ha perso 5 milioni d’ettari (la somma di Lombardia, Emilia Romagna e Liguria: il 70% è stato abbandonato mentre il restante milione e mezzo d’ettari (un’intera Calabria) è stato urbanizzato in maniera non sostenibile con gravi conseguenze sull’equilibrio idrogeologico e sul paesaggio.
Al 2012, la superficie urbanizzata è pari al 6,7% del territorio nazionale (in pianura padana si arriva al 16,4%). La tendenza attuale è in ogni caso un incremento della superficie impermeabile.
Il ddl prevede:
  • Una soglia massima da stabilirsi a livello nazionale e regionale da destinare a superficie agricola edificabile.
  • La creazione di un comitato ministeriale per il monitoraggio del consumo di suolo su tutto il territorio nazionale.
  • Di impedire agli enti locali di utilizzare i proventi delle concessioni edilizie per finanziare le spese correnti.
  • Di impedire ai terreni agricoli che hanno usufruito d’aiuti pubblici il cambio di destinazione d’uso per almeno 5 anni.
  • Di favorire il recupero degli edifici rurali mediante manutenzione, ristrutturazione e restauro tramite finanziamenti.
La filosofia generale è quella di garantire un equilibrio tra zone edificate e aree agricole, ponendo un limite massimo al consumo di suolo e stimolando il riutilizzo delle zone già urbanizzate.
Ora inizia l’iter legislativo, che purtroppo assai difficilmente potrà entro la fine della legislatura. Le varie associazioni ambientaliste e per la difesa del territorio (si veda per esempio l’intervento di Carlo Petrini su Repubblica del 15 settembre scorso) stanno promuovendo iniziative e proposte di miglioramento del testo. In ogni caso, il prossimo Governo, non potrà ignorarlo.


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